La Marca tipografica

Guglielmo Facciotti inizia la sua attività tipografica a Roma, affiancato dal nipote Giacomo. In pochi anni l’attività raggiunge il fulgore sperato: il grande impulso alla produzione porterà ad un catalogo di ben 500 titoli, qualficando i due precursori come stampatori di fiducia di famiglie del calibro degli  Aldobrandini e dei Barberini. La capacità professionale si affina al punto che i Facciotti sono in grado in questo periodo di realizzare la carta, prodotta in proprio, con la filigrana della loro marca tipografica.

La nobile antenata del brand, testimonia l’unicità di ogni opera e ha la funzione di impedirne la contraffazione.

La marca tipografica Facciotti, realizzata con le tecniche calcografiche che nel corso del secolo sostituirono il vecchio metodo xilografico per la riproduzione delle immagini, identifica l’attività grazie alla produzione di preziosi frontespizi, tipici degli stampati del periodo, oggi conservati in alcune delle biblioteche più importanti d’Europa.


 

 

La Speranza, seduta, con la testa di profilo, tiene con la mano destra un’ancora snodata “In te domine sperava non confundar in Aeternum”. Fonte: “Le marche dei tipografi e degli editori italiani del secolo XVI”. Di Merenziana Vaccaro, edito da Leo Olschki di Firenze.

Guglielmo muore nel 1632. All’attività si unì anche un altro fratello di Giacomo, Pietrantonio. Giacomo continuerà a stampare a Tivoli dal 1638 al 1642



 


La rivoluzione di Gutenberg varca i confini tedeschi e approda in Italia. È Venezia a detenere lo scettro della produzione, stampando la metà dei libri italiani del periodo.
Aldo Manuzio introduce l’uso del famoso  corsivo (aldino o italico) la cui paternità è condivisa con l’esecutore materiale, “Griffi” Francesco Grifo.

Si diffonde la prima forma di copyright della storia della stampa, la cosiddetta “patente di privilegio”, concessa dalle autorità competenti per ciascun territorio, che consiste nel diritto di stampare e vendere un libro per un certo numero di anni.

A riprova della nascente sensibilità verso la tutela delle opere di ingegno, si diffonde l’uso del frontespizio, su cui viene riportato il nome dell’autore, del dedicatario e dello stampatore e su cui campeggia la marca tipografica.